Il concetto di famiglia è profondo e personale, a volte inesistente, a volte troppo presente.
Famiglia parla di legami fragili e forti, dell’inconscia volontà di lasciare nel mondo la traccia di un proprio piccolo impero d’amore e crescita, di duro lavoro e unione.
La famiglia costruisce e costituisce la base di una società di eroi e mediocri, di ladri e onesti, di vili e coraggiosi, di timidi o sfacciati.
La famiglia è dunque utile anche per ricordarci che il male e il bene annidati nel mondo nascono e crescono con noi e in ognuno di noi, covati da un antico calore.
La famiglia serve per ricordarci che non siamo soli o che siamo soli, mentre tesse meticolosamente un universo di molteplici anime destinate ad incontrarsi...
ed è ancora famiglia.
Thais M.B.
My family, Me, my mom Elena, My brothers Mathieu & Hugo, Sylvie, my dog Leo, Aix En Provence, 2002.
Il “periodo rosa” di Picasso per me rappresenta la massima espressione del concetto di famiglia. Le famiglie di circensi sono unite visivamente e in modo riconoscibile dalla vicenda lavorativa del circo e da piccoli gesti di affetto; talvolta distanti, talvolta timidi: una mano che stringe un’altra mano, il bacio di una madre sulla testa del proprio neonato, lo sguardo di un animale domestico talmente umanizzato da assomigliare ad un giudizioso fratello maggiore.
Il periodo rosa ed i soggetti in esso rappresentati mostrano la forza e nel contempo la fragilità di ciò che costituisce un legame familiare di qualsivoglia matrice.
I saltimbanchi vengono mostrati uniti e nel contempo distanti, con lo sguardo e con il corpo completamente rivolto verso direzioni opposte e lontane, che qualche volta si scontrano, mentre intente a scrutare l’ignoto non si accorgono di stare compiendo inconsciamente, l’ennesima azione della giornata insieme: guardare l’infinito.
Thais M.B.
My bestfriend Lilia, my mom Elena, my father Nivaldo, my friends Leo and Antonio , my doggy Greta and i, behind the camera. Milan, 2012.
